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Missioni - Balaka

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"Seconda Linea Missionaria" – Onlus

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che opera nei paesi poveri del terzo mondo

Balaka, 23 giugno 2005 ore 03,06

Tam tam dal Malawi (1)

Carissimi della grande tribù del Malawi e ancora un tam tam nottorno prima di quello che sembra dover diventare il giorno più lungo del nostro villaggio. Forse non è raccontata bene, perchè è una storia che sembra scoppiare all'improvviso, ma dice tutto il silenzio di questi giorni, del parlare a bassa voce, del sapere che qualcosa sta accadendo, ma del quale siamo del tutto estranei.
Tante volte ci siamo raccontati la storia del Malawi, le sue avventure politiche ed economiche, sempre sperando di veder nascere una speranza di serenità. Dopo undici anni di democrazia succeduta ai trent'anni di dittatura, sembra essere di nuovo in bilico per un ritorno al passato.

Alcuni fatti di questi giorni In 2004 è stato l'anno delle elezioni politiche. Dopo vani tentativi di cambiare la costituzione Bakili Muluzi che aveva regnato per dieci anni da padrone assoluto, non ha minimamente pensato a lasciare la presidenza del paese. Ha imposto al suo partito un candidato tutto suo, gli ha organizzato la campagna elettorale e lo ha installato al palazzo presidenziale.
Il nuovo presidente, Bingu wa Mutharika, ultra settantenne, non ha però accettato di fare da tirapiedi a Muluzi e sempre più a preso le distanze dal partito che lo aveva portato alle elezioni e insediato alla presidenza. Nella smania di assicurarsi una totale indipendenza, il nuovo presidente ha fondato un suo partito il DPP nel quale sono confluiti tutti quelli che volevano assicurarsi un futuro. A più riprese il nuovo presidente ha cercato di tenere a bada Bakili Muluzi minacciando di farlo arrestare, ma senza poi concludere molto. Lo scontro tra i due ha caratterizzato tutto il primo anno in carica del nuovo presidente. Bakili Muluzi, chairman del partito UDF, comanda ancora obbedienza a tutti i suoi parlamentari perché il partito non ha nessuna autonomia e dipende interamente dalla sua generosità. Il nuovo presidente ha anche commesso diversi errori allontanandosi sempre più dalle promesse fatte di trasparenza, zero tolleranza a quella corruzione che aveva allontanato dal Malawi tutti gli aiuti dei paesi donatori e in particolare i prestiti della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale.
Il paese è attualmente ai limiti della fame, quando ancora mancano dieci mesi al prossimo raccolto. Le incertezze politiche hanno poi fatto dimenticare il Malawi nella decisione presa dai ministri dei G8
di cancellare il debito estero di 18 paesi più poveri al mondo. Il Malawi che è il sesto paese più povero si è visto cancellare le sue aspettative a causa della corruzione del precedente governo e delle incertezze presenti. Un salasso altissimo per il paese il pagamento annuale del debito estero, pari a quanto viene speso per il ministero dell'educazione e della salute. In questa situazione di sbando, il parlamento che si raduna quattro volte all'anno, e attualmente in sessione per discutere e passare il
budget, o credo si traduca con la finanziaria, è l'immagine più chiara della mancanza di guida e si avvicina alla confusione totale. In tutto questo ha avuto buon gioco Bakili Muluzi che è riuscito a crearsi una maggioranza che boccia tutte le proposte del governo. Dopo aver minacciato di bocciare il budget ora ha chiesto l'impeachment del nuovo presidente attorno a fatti minori, ma comunque contrari al dettato della costituzione. Il parlamento ha avuto buon gioco a screditare il presidente attorno alla proposta di acquisto di una nuova macchina bulletproof BMW da 500.000 euro, troppi per tutti i presidenti del mondo, tanto più per un presidente di un paese alla fame. (Di queste macchine ce ne sono solo due in Africa, la seconda è quella dell'odiato monarca dello Swaziland, un altro bandito della politica che recentemente ha sposato la quattordicesima moglie - la tradizione ne permette una all'anno ed è facile sapere da quando è al potere.)
Al nuovo presidente viene poi rinfacciato che è giunto alla presidenza solo attraverso brogli elettorali orchestrati da Bakili Muluzi ma che ora ricadono su di lui, che insomma non sarebbe nemmeno il presidente del paese. Oggi, Giovedì 23 Giugno, viene presentato in parlamento la mozione di sospensione del presidente. Ci vuole il 75 per cento dei voti per rimuovere il presidente della repubblica del Malawi. E tutto fa pensare che l'opposizione, che è riuscita anche ad assicurarsi che la
votazione sia fatta a scrutinio segreto, e così a rosicchiare altri voti all'interno stesso del partito del presidente, un partito inventato dal nulla e che non è riuscito che a raccogliere attorno a se gente capace di abbandonarlo in qualsiasi momento. I vescovi del Malawi che da lunedì sono in sessione plenaria a Lilongwe, (padre Luigi rappresenta la diocesi di Mangochi) hanno già da ieri pubblicato un comunicato molto severo e un monito al parlamento per un comportamento irresponsabile che discredita il servizio a cui è chiamato. E' stata una presa di posizione molto importante per la chiesa cattolica che ha voluto far sentire chiaro il senso di confusione in cui si sta arenando il paese. Altre chiese hanno accennato a qualche presa di posizione, ma troppo debole per la realtà che va delineandosi. Il consiglio di tutte le chiese cristiane, il Public Affairs Committee in cinque pagine ha voluto mandare un messaggio chiaro ai parlamentari, che sospendere il presidente è attualmente una strada senza ritorno che rischia di sprofondare il paese in una crisi economica senza precedenti.
Cosa accadrà oggi?
Il parlamento ha già definito che un triunvirato fatto dal chief justice, la carica più alta del sistema giudiziario, lo speaker del parlamento e un rappresentante dell'esecutivo prenderanno in carica il paese se si dovesse giungere a una tale decisione. Una scelta che verrà certo contestata perchè il vicepresidente, musulmano e fedele a Muluzi rivendicherà che la costituzione da a lui l'incarico di continuare la guida del paese. La mozione verrà presentata dal parlamentare di Balaka North, Honorable Lucius Banda ... prima studente del seminario di Mangochi, poi del Charles Lwanga di Balaka, cresciuto nella Alleluya Band della cooperativa di Andiamo, prima di diventaree il cantante più famoso del Malawi ... dice che non è tanto lui a farlo, ma è il partito.E' questa la fine della democrazia in Malawi? E' già da tempo che si va spegnendo, che la gente non partecipa più, che la politica è un affare solo per gli addetti agli imbrogli... la fame e la povertà poi hanno fatto il resto. Perchè la fame porta all'asservimento. E anche la fame può essere usata. E il Malawi, il caldo cuore dell'africa che improvvisamente sembra trasformato in una giungla? Potrebbe essere proprio il giovedì nero, o il giorno più lungo, anche  perché per la prima volta si parla di un intervento dell'esercito, una voce inaudita in Malawi, ma che oggi deve arrendersi all'evidenza che un anno non è stato sufficiente al nuovo presidente per ripulire l'esercito e la polizia dai fedelissimi di Bakili Muluzi.
Aiutooo...
quanto vorremmo che fosse un sogno, o un film che alla fine tende a premiare i buoni... potrebbe anche essere un film dell'orrore dove non sai mai cosa può succedere.

E allora a domani sera.
quando sarebbe bello poter dire, che è stata una bufala

pgg

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