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"Seconda Linea Missionaria" – Onlus

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che opera nei paesi poveri del terzo mondo

Balaka, 27 settembre 2005 ore 00,45

Ti mangia la fame (1)

Nei racconti che si ripetono nelle notti di luna piena, è sempre presente l'immagine del nemico pauroso. Sia nel profondo della foresta come nei vasti spazi della savana è il leone che più fa paura. Il leone non solo ti intimorisce con il suo ruggito: il leone ti mangia.
Nella realtà della vita quotidiana dei villaggi africani, ora come in passato, il nemico più pericoloso non è più l'animale per quanto grande o quanto pericoloso che sia. Nemmeno l'elefante che può distruggere tutto il campo o la iena che si avventa sui villaggi a fare strage quando è infetta di rabbia.
Il vero nemico, quello che vedi crescerti accanto, quello da cui non riesci a difenderti è la fame. Così ripete il ritornello della canzone famosa Njala nchirombo -"La fame è una belva. La fame è in agguato, la fame ti entra dentro, la fame ti sbrana".
Ed è proprio la fame che sta impadronendosi ancora una volta dei villaggi del Malawi, un paese a sud dell'equatore che conta dodici milioni di abitanti
Dopo annate di raccolti insufficienti, incapaci di creare delle scorte per periodi di emergenza, la siccità che quest'anno ha colpito tutta la fascia sub-Sahariana stà seminando il panico. Il grano che rappresenta l'alimentazione di base per piccoli e grandi, ormai si acquista o baratta misurandolo a chicchi. E' venduto e comperato ai margini delle strade perché al mercato non è rimasto nulla.
E' una storia lunghissima: ci sono dissertazioni e trattati che meriterebbero tutti di essere ricordati e basterebbe ricordare il Genetically Modified Food, l'esperienza del commercio equo e solidale, la collaborazione internazionale il tentativo di cancellazione del debito internazionale dei paesi poveri, la politica autodistruttiva presente in Zimbabwe, il paese granaio dell'Africa or ridotto alla miseria....
Questa sera, nel nostro villaggio i discorsi si arenano e non trovano nessuno disposto a proseguirli.
Ed è proprio questo senso di sconfitta annunciata a rendere più urgente il nostro grido di allarme. Questo è l'ultimo SOS inviato sulle carreggiate di internet, a percorrere linee immaginarie che lo portino lontano.
La gente dice che si sente già la puzza della fame.
Il numero dei ragazzi che non frequentano più la scuola per mancanza di cibo stà spopolando le aule dei villaggi.
I pazienti degli ospedali governativi non accettano di essere dimessi per non perdere l'unico pasto che vi ricevono.
Aumenta il numero dei carcerati, persone che si fanno arrestare per avere qualcosa da mangiare in carcere.
Gli anziani in particolare, sempre più spesso vanno a cerca nella foresta frutti che in passato sapevano ripulire da sostanze velenose spesso presenti e trasformarli in cibo commestibile..
Il governo è interamente paralizzato da dispute interne inconcludenti. La democrazia conquistata con anni di sofferenze è involuta nella corruzione ai più alti livelli dello stato ed è incapace a sfamare la sua gente.
Da pochi giorni è cominciato l'estate e la calura in grande aumento porta la poca acqua rimasta nei rigagnoli sempre più in profondità nei letti di fiumi.
Ecco, questa è puzza di fame, e sta inesorabilmente intasando il paese. Il Malawi si prepara così a vivere questi ultimo scorcio di un anno che non sembra voler finire. Da sette mesi non piove e la terra è riarsa in attesa delle piogge che potrebbero anche tardare fino a gennaio del nuovo anno. Allora il paese potrà rifiorire, la terra riporterà i frutti e il raccolto nuovo permetterà al paese di ricominciare. Allora però non ci sarà nemmeno il grano da semina, già tutto consumato, e anche la pioggia arriverà invano..
Il costo del grano sta lievitando ogni giorno. Il governo incapace di calmierare i prezzi ha stabilito un prezzo di 850 Kwacha del Malawi al sacco. Un prezzo che è già raddoppiato, quando ancora mancano tanti, troppi mesi prima di un possibile raccolto.
In questo nostro mondo sempre più piccolo è possibile prevedere i tifoni ed evacuare intere città. Per noi che vediamo crescere il livello della disperazione e possiamo analizzarne i segnali di mesi terribili a venire, ci resta solo che rilanciare nel mondo il pianto, la paura e la sofferenza di chi è aggredito e rischia di essere divorato dalla fame.
Sulle autostrade di internet, come nei passaparola dei gruppi missionari, delle ONG sempre attente, lanciamo il nostro SOS che ci permetta di comperare immediatamente farina e grano da semina da poter nascondere e custodire fino all'arrivo delle piogge.
Dieci euro, un sacco di grano da 90 Kg.
Dieci euro 15 kg di grano trattato contro le termiti che se lo mangerebbero appena seminato.
Dieci euro di speranza per sopravvivere ancora un anno.
Il Malawi del milione di ragazzi orfani, del 25 per cento della sua popolazione sieropositiva, di studenti che non frequentano più, di gente che sceglie la prigione come un ultimo rifugio...
Il Malawi, un paese così povero che non gli è stato nemmeno cancellato il debito estero.
Si fa carico di questa iniziativa di solidarietà la "Casa a Metà Strada", la Half-Way Home, un'iniziativa che a Balaka ospita chi esce di prigione e cerca di reinserirsi nella società imparando un mestiere.
"Noi che siamo stati in carcere e abbiamo offeso la nostra gente, vogliamo dare le nostre mani e il nostro lavoro per salvare i nostri villaggi dallo spettro della fame. Con il tuo aiuto possiamo ancora vincere questa guerra contro il tempo e impedire che sia la fame a mangiare la gente. Assieme possiamo traghettare i nostri villaggi fino al prossimo raccolto".
La Half-Way House mette a disposizione tutta la possibilità di organizzare i trasporti, la conoscenza del paese fino all'ultimo villaggio e il desiderio di dare un segno di speranza.

p. PIERGIORGIO GAMBA P.O. Box 280 Balaka
Malawi

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